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Capitolo 6

Preservazione della fertilità nei bambini e nei giovani pazienti

Il tumore in età giovanile va innanzitutto affrontato con un prudente, ma ragionevole ottimismo. Oggi infatti possiamo dire, con grande orgoglio, che circa l’80% dei bambini e degli adolescenti che si ammalano di tumore guariscono, intendendo per “guarigione” la definizione che ne dà l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): recupero del soggetto dal punto di vista fisico, psicologico e sociale.

Concetti generali

I danni permanenti delle terapie antitumorali che vengono solitamente somministrate sono rari e nella maggior parte dei casi non compromettono né la qualità di vita dei soggetti guariti né la fertilità, tanto è vero che è stato realizzato un registro dei figli nati da genitori che hanno avuto un tumore o una leucemia.

Nella valutazione del problema occorre tenere conto dei dati attuali secondo i quali ad oggi il 30% della popolazione giovanile può avere problemi di sterilità, ciò indipendentemente dalla malattia oncologica, da terapie particolari o da altre malattie.

Cosa si può e cosa si deve fare

Partendo dal presupposto che attualmente la sterilità giovanile è un problema generale e che – va ribadito - non è detto che i trattamenti antitumorali incidano sulla fertilità, nel caso di un giovane ammalato di cancro cosa dobbiamo sapere e di cosa dobbiamo tenere conto per affrontare e prevenire il problema? Quando e come è possibile preservare, prima dei trattamenti, i tessuti germinali?

Innanzitutto occorre distinguere tra leucemie (tumori liquidi) e tumori solidi. La differenziazione è importante perché la leucemia ha un’evoluzione e un esordio rapidi che non danno spazio ad un comportamento preventivo, a differenza dei tumori solidi che hanno tempi e modalità tali da permettere di attuare una strategia preventiva.

Perché nelle leucemie la preservazione della fertilità è più difficile?

Perché le leucemie non consentono il prelevamento di cellule-uovo nelle femmine o di spermatozoi nei maschi. Questo per due motivi:
rapidità di insorgenza della malattia e necessità di iniziare subito le cure
se i tempi lo permettono è comunque troppo alto il rischio di prelevare tessuti contenenti cellule leucemiche anche se non evidenziabili. Nelle leucemie le cellule malate corrono nel sangue e quindi possono essere dappertutto.

Quante sono le probabilità di una sterilità indotta nei giovani pazienti affetti da leucemie?

Tutti quei pazienti (e sono la maggior parte) che ricevono le terapie cosiddette standard non presentano questo problema, lo dimostra il fatto che i figli di soggetti curati per leucemia sono tanti e sono sani e poiché , come abbiamo già detto, sono regolarmente registrati questa è una affermazione certa.

Il problema della fertilità è dunque circoscritto e riguarda soprattutto i giovani che vengono sottoposti a trapianto di midollo osseo con l’uso dell’irradiazione totale corporea (T.B.I. = total body irradiation) e chi ha ricevuto terapie aggiuntive per recidiva della malattia o irradiazione nelle aree germinative.

Cosa accade nei tumori solidi?

Nei maschi e nelle femmine affetti da tumori solidi, avendo tempo di organizzare la raccolta ed essendo il tumore solido circoscritto alla sede di ritrovamento, prima dell’inizio delle cure è possibile (e in alcuni casi auspicabile) raccogliere cellule riproduttive.

Dove effettuare i prelievi?

Non tutti i Centri di Emato-Oncologia pediatrica sono attrezzati per la raccolta e la conservazione di queste cellule. Per la preservazione della fertilità esiste un network nazionale, coordinato dalla dottoressa Monica Terenziani del Centro di Oncologia Pediatrica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (vedere anche il sito: http://www.ilprogettogiovani.it/index.php/gli-aspetti-clinici ) e un network europeo, PANCARE (www.pancare.eu http://www.pancarelife.eu/?s=fertility), che consentono di identificare i Centri preposti e di informare sulle modalità di accesso. (Ottimi Centri in Lombardia sono quelli coordinati dal dr. Marco Bianchi a Cantù e dal dr. Rubens Fadini a Monza).

Per concludere

Bisogna tenere conto che solo in alcuni casi le cure possono essere responsabili di una eventuale sterilità.
La preservazione della fertilità nei giovani pazienti con malattia neoplastica è assolutamente doverosa (dove è possibile) e c’è una forte sensibilizzazione in proposito.

Il prelevamento delle cellule germinali (sia spermatozoi nei maschi che cellule-uovo nelle femmine) non richiede alcun intervento chirurgico o invasivo e si ottengono manualmente (maschi) o con sonde (femmine) per cui il costo in termini di impegno fisico è modesto.

Esistono anche nel nostro Paese Centri adeguati per affrontare il problema solitamente con successo.

Link

Associazione Italiana Oncologi Medici (AIOM)
www.aiom.it

Quotidiano sanità dove si può reperire anche il Decreto Ministeriale con il piano terapeutico
www.quotidianosanita.it

Sito ministeriale per la tutela della fertilità nel paziente oncologico dove si possono reperire anche gli indirizzi dei consultori
www.salute.gov.it

IMAC
www.aimac.it


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